Debitori

Quando la gestione dei crediti deteriorati diventa un’opportunità anche per il debitore?

Nel mondo della gestione dei crediti a sofferenza, l’obiettivo primario di qualunque gestore è rappresentato, ovviamente, dal raggiungimento di un numero elevato di recuperi, che si traducano in altrettanti incassi in favore del singolo investitore.

Tale finalità, tuttavia, non deve essere vista come l’unica possibile e soprattutto non va perseguita a prescindere da tutti gli altri aspetti che risultano inevitabilmente coinvolti.

Nell’esperienza quotidiana, i nostri Loan Manager hanno constatato che una gestione delle sofferenze sostenibile ed in linea con le reali possibilità patrimoniali e personali dello specifico debitore non solo facilita ma, anzi, ottimizza la raccolta delle risorse.

Dunque, adottare un approccio etico e sostenibile nel recupero dei crediti problematici è ciò che può fare la differenza e garantire un risultato ottimale per entrambe le parti coinvolte.

Cosa significa gestire il recupero crediti in maniera etica e sostenibile?

A livello concreto, realizzare un simile approccio significa innanzitutto preoccuparsi di conoscere il debitore.

Occorre, cioè, assumere quante più informazioni possibili, sulle condizioni patrimoniali in cui versa il soggetto obbligato, dal momento che queste impattano inevitabilmente sulla sua capacità di adempimento. È possibile raccogliere queste informazioni servendosi di fonti ufficiali e ricerche approfondite, spesso delegate ad agenzie esterne ed a ciò abilitate.

La tipologia di notizie raccolte è molto varia e riguarda, a seconda che si tratti di persona fisica o persona giuridica:

  • la presenza di beni immobili intestati al debitore;
  • l’esistenza di attività lavorative e l’ammontare dello stipendio mensile percepito;
  • la presenza di Società alle quali il soggetto può aderire a vario titolo;
  • l’esistenza di Società collegate e/o incorporate;
  • la disponibilità di veicoli e/o altri beni mobili.

Perché è così importante preoccuparsi di conoscere il debitore?

Questo corredo informativo acquisisce un’importanza strategica fondamentale. Infatti, esso è utile innanzitutto a stimare le reali possibilità di recupero e a instaurare con il debitore un rapporto che sia il più trasparente e corretto possibile.

Ma non finisce qui, perché un’analisi completa delle condizioni patrimoniali e dello status in cui versa il debitore consente di sfruttare al meglio uno degli strumenti fondamentali della gestione etica: la transazione stragiudiziale.

La soluzione stragiudiziale ha l’indubbio vantaggio di essere, il più delle volte, la scelta migliore sia in termini di strategia di recupero per il gestore che in termini di impatto economico per l’obbligato.

Perché la transazione stragiudiziale è spesso la soluzione più vantaggiosa?

Dal punto di vista del gestore, essa consente di raggiungere un recupero del credito spesso maggiore di quello che potrebbe essere realizzato mediante azioni giudiziali esecutive e, soprattutto, garantisce tempi più rapidi.

Anche dal punto di vista della persona obbligata sono indubbi i vantaggi. La persona, infatti, una volta versata la somma pattuita, si vede liberata dal proprio debito su più fronti. Si pensi:

  • alla cancellazione della segnalazione presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia;
  • alla cancellazione e/o restrizione di garanzie reali che possono assistere il credito (ipoteche volontarie o giudiziali);
  • all’estinzione di procedure esecutive che possono essere state attivate.

La strada della trattativa privata consente sicuri effetti positivi, anche se intrapresa in pendenza di azioni esecutive immobiliari già avviate in passato sui beni immobili del debitore. In tali casi, l’accordo può tradursi nell’affidare direttamente all’obbligato la ricerca sul libero mercato di un potenziale acquirente.

In questo modo, saranno assicurati un ricavo maggiore dalla vendita del bene, che non dovrà subire l’inevitabile svalutazione di una vendita all’asta, nonché una liquidità certa ed immediata che consentirà maggiori certezze sulle solvibilità del debitore e sull’effettivo rientro del credito.

Questo tipo di approccio insegna che, più spesso di quanto pensiamo, il debitore non è un cattivo pagatore ma semplicemente una persona che, in un momento di difficoltà, di congettura o di stasi, non è riuscito a trovare dall’altra parte un interlocutore disponibile a cercare una reale e condivisa opportunità di rientro.
Attraverso una gestione etica e ponderata degli NPL si può offrire alle persone ed alle imprese interessate non una semplice via d’uscita, ma una vera e propria opportunità di ripartenza.